giovedì 9 febbraio 2012

Teatrando


"Quer pasticciaccio brutto de via Merulana" è l'unico testo che ero in grado di riferire al signore qui sopra, Carlo Emilio Gadda, ingegnere. Non l'ho mai letto, l'ho sempre trovato un po' ostico da giovane e poi non l'ho più ricercato.
Domenica scorsa però ecco che mi son scontrata con due altri testi di questo autore a me sconosciuto, nel bellissimo spettacolo della premiata ditta Bertolucci+Gifuni.

L'anno scorso mi avevano rapita con " 'Na specie de cadavere lunghissimo" basato su riflessioni pasoliniane, mentre in questo spettacolo si parla di guerra e protervia, di poteri forti e menti deboli.
Ma c'è anche " (...) la vicenda umana dell’autore lombardo: la sua malinconica solitudine, la sua ironia crudele, la sua refrattarietà se non incapacità alla vita sociale, il rapporto con la madre e quello difficile con il fratello Enrico, quella sua errata certezza di non poter mai essere, proprio come Amleto, "il primo della schiera"(...)"
Cit. da qui
Come già nel precedente spettacolo, Gifuni parte lento, con una riflessione pur incalzante, ma comunque ancora narrativamente piana; segue una seconda parte istrionica e iperbolica di satirica accusa contro il potere fascista.

Anche questa volta mi spello i palmi delle mani a forza di applaudire. Fabrizio è un attore meravigliosamente intenso, capace di usare la voce ed il corpo con un controllo ed insieme una passione, che non lasciano indifferenti e colpiscono come un pugno.
Davvero uno spettacolo da vedere.

Ieri sera invece mi sono piegata al volere del "pubblico sovrano" e sono andata, con marito e due amici, a vedere una commedia di Scarpetta, "Lo scarfalietto".
Mi colpisce la scenografia: un gigantesco quaderno che, aperto da due attori, riversa sul palcoscenico i vari personaggi e, una volta aperto completamente, rivela la scena del primo atto, la casa di Amalia  e Felice.
Seguono due ore e mezza di commedia napoletana sguaiata ed un po' urlata che proprio non riesce a piacermi.
Per carità: ne ho il massimo rispetto, ma non è proprio il mio genere.
Così mi ritrovo a rigirarmi nervosamente sulla poltroncina, disperatamente attratta dall'uscita di sicurezza posta alla mia sinistra.
Se ci si aggiunge una fame ferina placata solo alle 22 passate, capirete bene che non posso annoverare l'uscita di ieri fra le più riuscite.
Meno male che la compagnia è sempre buona, ma tutto sommato son ben felice di rimanere a casa stasera!

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