giovedì 24 gennaio 2013

Parigi - Giorno 5

Siamo arrivati all'ultimo giorno dell'anno e per oggi il programma prevede il Centre Pompidou e a seguire un giretto rilassante al palazzo dell'Operà Garnier e alle Galeries Lafayette.
Decidiamo di sconvolgere l'ordine del piano dato che il museo apre alle 11 ed avremmo perso tutta la mattinata inutilmente, quindi ci dirigiamo subito all'Operà.
Quest'ultima è un altro pezzo di Parigi che mi mancava, dato che nelle mie precedenti visite l'avevo snobbata.
Meno male che ho rimediato!

















Subito dopo la biglietteria si apre il tripudio dello scalone d'onore che permette l'accesso alla sala ed al foyer.
Mosaici preziosi, capitelli elaborati: tutto è pura meraviglia barocca debordante.

































il meraviglioso foyer

Il pezzo forte deve però ancora arrivare: una calca impressionante di materia umana ci segnala l'ingresso ad uno dei palchetti da cui si può ammirare la volta della sala, affrescata dal grande Chagall.

































Leggero, sognante, etereo...il suo stile inconfondibile dona una grazia insperata alla sala barocca.

Rimaniamo più di un'ora all'interno del teatro, storditi da tali meraviglie.
















Infine decidiamo che per pranzo possiamo fare un salto alle vicine Galeries Lafayette, il centro commerciale dai magnifici interni in stile Art Nouveau.


Incredibilmente mi lascio convincere da Luca a farmi regalare un cappellino, piccolo souvenir parigino.
Quando viaggiamo è molto difficile che facciamo anche shopping, per cui è un vero evento questo acquisto!
Non amando la folla nè i centri commerciali, saliamo direttamente all'ultimo piano, dove si trovano i vari ristorantini e, a fatica, troviamo un tavolo dove consumare un pranzo al volo.
La cosa più carina delle Galeries sono le vetrine natalizie dedicate ai classici della Disney, tra i quali riconosco uno dei miei preferiti, "La Bella e la Bestia"...


Ci dirigiamo finalmente al Centre Pompidou, museo che avevo bellamente snobbato nelle precedenti visite parigine poiché all'epoca l'arte contemporanea e moderna non mi interessava per nulla.
Col tempo i gusti cambiano e così finalmente sono pronta per apprezzare anche queste esposizioni.
Rinunciamo alla temporanea su Dalì (tempi di attesa biblici di almeno 1-2ore), anche perchè dopo Figueres, direi che siamo sazi, e saltiamo parte della coda grazie al nostro solito ingresso con la Museum Card.
Dopo circa mezz'ora riusciamo ad entrare, mentre osserviamo un po' sconcertati il monumento che i nostri cugini d'oltralpe hanno dedicato alla testata di Zidane a Materazzi. Mah...



L'edificio che ospita le collezioni del museo è già di per particolare. Ideato dal nostro Renzo Piano, è concepito come un calzino rovesciato: fuori trovano spazio le tubature di gas e acqua, oltre agli impianti elettrici vari, mentre gli interni rimangono molto versatili.
Luca è molto eccitato, essendo un amante di questo tipo d'arte, mentre io, un po' per la solita stanchezza, un po' perchè non sono sempre entusiasta di alcune trovate moderne, rimango un po' più scettica.


Di sicuro dal quinto piano del Centro si gode di una bellissima vista sulla città.

































Un silenzio irreale pervade le sale espositive. Convinto Marito ad evitare audio guide et simili e, dopo alcune difficoltà nel comprendere il percorso da seguire, cominciamo la visita.
La prima parte, che si snoda sino agli anni '60 è notevole.


Un - per me - irriconoscibile Picasso

Magritte mi lascia sempre un po' perplessa "dal vivo": forse preferisco le riproduzioni dei suoi dipinti!


Balthus, artista disturbante che da giovane non amavo molto, ora invece mi inquieta e mi affascina nell'inafferrabilità dei suoi personaggi, sorta di fantasmi vuoti dalla sessualità esibita, conturbante, eppure negata al tempo stesso.

Alice - Balthus

Kupka

Giacometti: metafisico che taglia lo spazio con un'umanità senza volto, sofferente ed universale

E poi arrivo lì, davanti ad uno dei miei preferiti: Bacon.

Da me snobbato per anni, anzi, relegato fra i più detestati. 
Poi succedono tante cose nella vita di una persona: cambiamenti, incontri, svolte. E tanto dolore.
Qui arriva lui, Francis Bacon, e quei volti sfuggenti, indefinibili, in cui riesco ancora a riconoscermi.



Proseguiamo la visita ed incappo in questo quadro del grande Pablo che mi fa una tenerezza infinita.

Una musa materna e dolcissima che ispira il sonno dell'artista.
Sono presenti anche alcune fotografie di notissimi artisti come Doisneau con la divertente "Omaggio rispettoso". 

Credo che solo Erwitt abbia saputo, assieme a lui, fare un uso così efficacie dell'ironia in fotografia.
Con una certa piacevole sorpresa trovo alcuni scatti di Diane Arbus, altra fotografa che mi piace molto, intensa fotografa dell'umanità più varia.
Le sue foto sono spesso interlocutorie, potenti, disturbanti ed inquietanti, pur nella loro semplicità compositiva.

Seguono opere di difficile fruizione. Installazioni video o luminose che, a mio parere, lasciano un po' il tempo che trovano.






Il commento più gettonato fra me e Luca è: MAH!
Con qualche sghignazzata involontaria...

Usciamo dal Centro dopo circa due ore, ma ormai si sta facendo sera e decidiamo di andarci a procacciare la cena di capodanno.
Sì perchè, dopo aver ricevuto un bel 2 di picche dal ristorante che avevamo adocchiato, abbiamo deciso di passare il 31 sera in appartamento, senza grande clamore.
Sappiamo che il Comune di Parigi non ha organizzato nulla, nemmeno i fuochi artificiali, e che probabilmente le strade saranno prese d'assalto principalmente da turisti e ubriachi. Anzi...probabilmente semplicemente da turisti ubriachi e basta.
Dopo cena ci sistemiamo sul divano e ci gustiamo Ladri di Biciclette


In un batter d'occhio arriva anche la mezzanotte. Non ci sono stati botti, la strada è deserta, tutto tace.
Un gruppo di italiani, manco a farlo apposta, passa sotto le nostre finestre gridando a squarciagola il conto alla rovescia " 5, 4, 3, 2, 1.......BUON ANNO!!!"
E' iniziato il 2013, sono in un appartamento a Parigi, accoccolata sul divano, sotto un caldo piumone con mio marito: poteva forse iniziare meglio quest'anno?
Spegniamo il pc e andiamo a nanna, mentre negli appartamenti intorno a noi i parigini festeggiano. 
Rigorosamente in casa.
Senza sparare nemmeno una miccetta.
Una volta tanto, penso, questi francesi mi stanno simpatici.

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